“Meridiani e paralleli” inclusione degli studenti stranieri
Protocollo Inclusione Per Alunni Stranieri
“A te. Straniero, se passando mi incontri e desideri parlarmi, perché non dovresti farlo? E perché non dovrei farlo io?”
(Walt Withman)
“È solo la lingua che rende uguali. Uguale è chi sa esprimersi e intendere l’espressione altrui.”
(Don Lorenzo Milani)
Premesso che “l’educazione interculturale costituisce lo sfondo da cui prende avvio la specificità di percorsi formativi rivolti ad alunni stranieri, nel contesto di attività che devono connotare l’azione educativa nei confronti di tutti.
La scuola, infatti, è un luogo centrale per la costruzione e condivisione di regole comuni, in quanto può agire attivando una pratica di vita quotidiana che si richiami al rispetto delle forme democratiche di convivenza e, soprattutto, può trasmettere le conoscenze storiche, sociali, giuridiche ed economiche che sono saperi indispensabili nella formazione della cittadinanza societaria.
L’educazione interculturale rifiuta sia la logica dell’assimilazione, sia la costruzione ed il rafforzamento di comunità etniche chiuse ed è orientata a favorire il confronto, il dialogo, il reciproco arricchimento entro la convivenza delle differenze” (in Linee guida accoglienza per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni stranieri p.3) il seguente protocollo si propone di:
- definire pratiche condivise all'interno dell’Istituzione scolastica in tema di accoglienza degli alunni stranieri;
- facilitare l'ingresso di studenti con diversa nazionalità nel sistema scolastico italiano;
- sostenere gli alunni neo-arrivati nella fase di adattamento al nuovo contesto;
- favorire un clima d'accoglienza e di attenzione alle relazioni;
- costruire un contesto favorevole all'incontro con altre culture;
- favorire un rapporto collaborativo con la famiglia;
- promuovere la comunicazione e la collaborazione fra scuola e territorio sui temi dell'accoglienza e dell'educazione interculturale nell'ottica di un sistema formativo integrato.
Organizzazione del protocollo
Il protocollo d'accoglienza e integrazione traccia prassi condivise di carattere:
- amministrativo-burocratico, che riguardano l'iscrizione e l'inserimento a scuola
- comunicativo-relazionale, riguardante i compiti e i ruoli degli operatori scolastici e le fasi dell'accoglienza
- educativo-didattico, che traccia le fasi relative all'assegnazione della classe e all’insegnamento dell'italiano come seconda lingua
- socio-territoriale, concernente i rapporti e le collaborazioni con il territorio.
1. Livello amministrativo
Tale fase è seguita da un incaricato della segreteria: essa rappresenta il primo approccio della famiglia di appartenenza dello studente con l'istituzione scolastica italiana.
COMPITI
- Iscrivere l'alunno utilizzando la modulistica predisposta.
- Acquisire l'opzione di avvalersi o non avvalersi della religione cattolica.
- Informare la famiglia sull'organizzazione della scuola, consegnando il materiale necessario ed eventualmente traducendolo.
– Fornire ai genitori consulenza per facilitare la comunicazione con gli insegnanti (assicurazione, uscite, assenze, discipline, progetti, materiali necessari, convocazione del genitore, ...), utilizzando eventualmente un mediatore linguistico-culturale.
2. Livello comunicativo-relazionale
Commissione accoglienza
Essa si compone dalle seguenti figure:
- Dirigente Scolastico
- Primo collaboratore del Dirigente Scolastico
- Funzione strumentale
- Un membro del Personale Ata (già appartenente alla commissione stranieri)
La commissione accoglienza ha il compito di:
- facilitare le modalità di iscrizione
- inserire l’alunno nella nuova classe
- stabilire un primo contatto con la famiglia di appartenenza
- favorire l’ambientazione dell’allievo nella nuova realtà
- pianificare le operazioni successive (test di livello, corso di alfabetizzazione, presa in carico del materiale, programmazione personalizzata …) con il coordinatore di classe
- promuovere la partecipazione dell’alunno ai corsi di italiano L2 curricolari ed extracurricolari.
3. Livello didattico-educativo
CRITERI DI ASSEGNAZIONE ALLA CLASSE
L’inserimento scolastico degli alunni stranieri avviene sulla base della Legge n. 40 del 1998 sull’immigrazione straniera in Italia, sul D.P.R. 394 novembre 1999, del D. Lgs. n. 76 del 2003, della Carta dei valori, della cittadinanza, dell'integrazione (23 aprile 2007), del Regolamento in materia di evasione dell’obbligo di istruzione, a cui aggiungere il Documento di Indirizzo e le Linee Guida ministeriali in tema di alunni stranieri.
La normativa vigente sancisce che:
- tutti i minori stranieri, sia regolari che non, hanno il diritto/dovere all’inserimento scolastico e sono soggetti ad assolvere all’obbligo scolastico;
- l’iscrizione dei minori stranieri può essere richiesta in qualunque periodo dell’anno scolastico;
- i minori devono essere iscritti alla classe corrispondente all’età anagrafica, salvo che il Collegio dei Docenti deliberi l’iscrizione ad una classe diversa, tenendo conto di:
- a) ordinamento degli studi nel Paese di provenienza (con iscrizione alla classe immediatamente superiore o inferiore)
- b) competenze, abilità e livelli di preparazione dell’alunno.
ACCOGLIENZA
Premesso che l'accoglienza non si pone come una fase definita nel tempo, ma deve corrispondere ad una modalità di lavoro atta ad instaurare e mantenere nella scuola un clima accettabile e motivante per tutti i protagonisti dell'azione educativa, va ricordato che la collegialità è fondamentale in tutte le fasi della programmazione.
Infatti, la lingua è trasversale a tutte le discipline e l’alunno appartiene alla classe, non ad un unico insegnante.
È compito degli insegnanti preparare l'accoglienza predisponendo attività mirate a sensibilizzare la classe all'accoglienza del nuovo compagno e favorire l’inserimento dell’alunno straniero nella classe:
- informando i compagni del nuovo arrivo e creando un clima positivo di attesa - dedicando del tempo ad attività di benvenuto e conoscenza;
– preparando, ove i tempi lo consentano, un’aula visibilmente multiculturale (cartelli di benvenuto nella lingua d’origine, carta geografica con segnato il Paese di provenienza…);
- individuando un alunno particolarmente adatto a svolgere la funzione di tutor dell’alunno straniero.
- Favorire la conoscenza degli spazi della scuola
- Favorire la conoscenza dei tempi e dei ritmi della scuola.
- Rilevare i bisogni specifici di apprendimento.
- Individuare e applicare modalità di semplificazione dei contenuti e di facilitazione linguistica per ogni disciplina, stabilendo contenuti minimi ed adattando ad essi la verifica e la valutazione.
- Programmare il lavoro con gli insegnanti che seguono l’alunno straniero.
- Informare l’alunno e la famiglia del percorso predisposto per lui dalla scuola.
- Valorizzare la cultura d’origine.
- Promuovere il tutoring tra pari
- Mantenere i contatti con i docenti referenti dei laboratori L2.
POTENZIAMENTO DI ITALIANO L2 IN PICCOLO GRUPPO
Allo scopo di favorire una più rapida inclusione nella società scolastica e una contestuale acquisizione delle minime competenze dell’italiano come L2 sono predisposti laboratori linguistici dedicati esclusivamente all’insegnamento della Lingua italiana come L2, da svolgersi in orario antimeridiano per i livelli A0, A1 e A2 e pomeridiano per il livello B1.
Il laboratorio pomeridiano si pone come sostegno allo studio, i laboratori antimeridiani sono attività di alfabetizzazione. I corsi sono tenuti da docenti interni all’Istituto, adibiti al potenziamento e preferibilmente con competenze nell’insegnamento di italiano come L2 (attestati, insegnamento pregresso …).
I corsi iniziano preferibilmente entro metà ottobre. I corsi prevedono un test iniziale del livello di provenienza, almeno una verifica per quadrimestre, un test finale di ascolto e comprensione per validare i progressi conseguiti.
VALUTAZIONE
Per tutto ciò che concerne la valutazione degli alunni stranieri, in particolare dei neo-arrivati, si fa riferimento a quanto espresso nelle Linee guida per l'accoglienza e l'integrazione degli alunni stranieri emanate dal Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca (C. M. n° 24 del marzo 2006).
È utile ricordare che per tutti gli alunni e quindi anche per gli alunni stranieri, la valutazione sommativa non dovrebbe essere la semplice media delle misurazioni rilevate con le varie prove, ma dovrebbe tener conto del raggiungimento di obiettivi trasversali che sono comunque disciplinari quali impegno, partecipazione, eventuali condizioni di disagio, progressi e miglioramenti.
È opportuno inoltre considerare opportunamente e in maniera approfondita esaminando, per quanto è possibile, la storia dell’alunno, la situazione di svantaggio linguistico effettivo e rispettare i tempi individuali, che sono soggettivi, pertanto variabili da persona a persona e che si legano alle effettive condizioni di svantaggio socio-culturale e dal contesto di provenienza, di apprendimento dell’Italiano come L2.
A seconda dei casi, il Cdc può applicare un piano didattico personalizzato per alunni non italofoni, con apposite strategie e misure compensative per valorizzarne l’apprendimento. È fondamentale ricordare come la scuola possa rappresentare un punto di riferimento “forte” per i suddetti alunni, il cui successo formativo possa condurli a una piena integrazione, oltre condizioni di marginalità e disagio.
4. Livello socio-territoriale
Attraverso il suddetto Protocollo d’Accoglienza il Collegio Docenti si propone di:
- definire e attivare pratiche condivise all’interno dell’Istituto in tema d’accoglienza di alunni stranieri
- facilitare l’ingresso a scuola degli allievi stranieri e sostenerli nella fase di adattamento al nuovo ambiente
- favorire un clima d’accoglienza nella scuola,
- entrare in relazione con le famiglie idi appartenenza degli studenti,
- promuovere la comunicazione e la collaborazione tra scuole e tra istituto e territorio sui temi dell’accoglienza e dell’educazione interculturale.
- valutare opportunamente le risorse offerte in ambito territoriale (CPIA, Comune, Associazionismo, ecc.) e dagli Enti coinvolti nelle attività di integrazione e promozione della diversità quale spunto per un autonomo ampliamento dell’Offerta Formativa scolastica
Riferimenti legislativi
Si rimanda a:
1) Legge n. 40 del 1998, art. 36, Disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero.
2) DPR. n. 394 del 31 agosto 1999, articolo 45, Regolamento recante norme di attuazione del testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, a norma dell’articolo 1, comma 6, del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286.
3) Decreto Legislativo n. 76 del 2005, Definizione delle norme generali sul diritto-dovere all'istruzione e alla formazione.
4) Decreto Ministeriale dell'interno del 23 aprile 2007, Carta dei valori, della cittadinanza, dell'integrazione.
5) Decreto Ministeriale n. 139 del 2007, Regolamento recante norme in materia di adempimento dell’obbligo di istruzione.
7) Documento generale di indirizzo per l’integrazione degli alunni stranieri e per l’educazione interculturale, dicembre 2006.
8) CM n. 24 del 1° marzo 2006, Linee guida per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni stranieri.